Negli archivi del CED sono conservati i dati e le informazioni ricavati da indagini di polizia o risultanti da documenti della P.A. o da sentenze o provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, il cui accesso è consentito solo per accertamenti necessari e per i procedimenti in corso, nei limiti stabiliti dalle vigenti leggi processuali.
Cosa si intende con archivio CED? Non tutti sanno dell’esistenza di un archivio tenuto dalla Polizia di Stato nel quale sono presenti informazioni acquisite nel corso di attività amministrative o ancora di attività di prevenzione o repressione dei reati, una grande banca dati in cui potrebbe essere presente il nostro nome semplicemente perché abbiamo dimenticato di pagare una sanzione amministrativa.
Se in un passato “anche molto remoto” hai avuto dei problemi con la giustizia e dal tuo certificato del casellario giudiziario non vi è presenza di alcuna notizia di reato, sappi che certamente ve ne sarà traccia negli archivi CED della Polizia di Stato.
Quando i dati devono essere conservati e quando invece devono essere cancellati?
Nella fase dell’acquisizione dei dati o della loro conservazione si deve tener conto:
1) della pertinenza e non eccedenza rispetto alle finalità del trattamento;
2) dell’interesse alla loro persistenza negli archivi.
Qualora il loro trattamento dei dati e la loro conservazione dovesse risultare eccedente, e non vi fosse più un interesse alla loro conservazione, si potrebbe richiedere la Cancellazione.
Per ottenere la cancellazione dei dati personali dagli archivi del Centro Elaborazione Dati Interforze è possibile presentare una richiesta di aggiornamento dei dati CED al Ministero dell’Interno, prima di farlo è necessario verificare se vi è interesse attuale alla loro persistenza.
Per quanto tempo devono essere presenti i miei dati negli archivi CED?
I tempi di conservazione dei dati sono dettati dall’art. 10 del D.P.R. 15 gennaio 2018 n. 15 , e variano di caso in caso, una cosa è certa la conservazione del nominativo di un soggetto a tempo indeterminato negli archivi non risponde ad alcuna funzione di prevenzione o repressione dei reati, e laddove il trattamento dei dati dovesse risultare eccedente e non più pertinente ai fini investigativi si accrescerebbe soltanto il danno alla sua reputazione . Lo stesso ordinamento italiano ha dato attuazione alla normativa europea contribuendo a far emergere la figura del c.d. diritto all’oblio, inteso come interesse della persona ad evitare la divulgazione di informazioni che la riguardano, qualora non possa ritenersi giustificata da un interesse attuale.